Barbe di frate, barbe di negus, mini scordi, riscoli, finocchi di mare, bacicci o lischi: come la maggior parte dei prodotti strettamente stagionali, anche gli agretti assumono nomi diversi e curiosi a seconda dei luoghi di vendita e consumo.
Anche se ancor più insolito è il nome botanico della pianta, che cela le proprietà insite del vegetale: infatti in passato la Salsola Soda, che cresceva spontanea sui su terreni spiccatamente salini della macchia mediterranea, veniva raccolta e bruciata perché dalle sue ceneri si poteva ricavare un buona dose di carbonato di sodio, da cui appunto si ricavava la preziosa soda da bucato.
Anche nelle nostre zone del litorale Veneto si praticava questa operazione, ormai parte solo dei racconti dei nonni che raccoglievano a mano il prezioso dono di Madre Natura.
Giunti ai giorni nostri, delle barbe se ne fa un uso strettamente alimentare, tornato ancor più in voga negli ultimi tempi in cui gli chef sono costantemente alla ricerca di sapori tradizionali e insolito, o proposte alternative anche per accontentare il crescente pubblico vegetariano e vegano. Infatti i teneri germogli di barbe ora non sono più colti nella macchia mediterranea ma appositamente coltivati in appezzamenti dedicati specialmente nel territorio laziale.
Li troviamo in commercio per un paio di mesi all’anno, in ordinati mazzetti dalla lunghezza massima di 40 cm: essendo dei germogli, vanno acquistati e consumati freschissimi, nel giro di pochissimi giorni.
In questo periodo dell’anno il loro consumo è particolarmente indicato per i preziosi nutrienti che contengono: buone dosi di carotene, sodio, calcio e ferro “vegetale”, motivo per cui le barbe sono ottime condite con olio extra vergine d’oliva e succo di limone che, oltre ad esaltarne il sapore, facilitano l’assorbimento del prezioso minerale.
Previa accurata pulizia e veloce cottura, possono essere mangiate da sole come contorno stagionale oppure servite con un battuto di uova sode e acciughe. Ottime anche aggiunte agli spaghetti e condite con olio extra vergine d’oliva e abbondante parmigiano: una delizia non solo per il palato ma anche per gli occhi, grazie al piacevole contrasto tra il verde scuro degli “spaghetti vegetali” e il giallo-oro della pasta.