Ne avete sentito parlare, sapete in cosa consiste, ma sicuramente non vi sarete mai fermati a riflettere sulle implicazioni a lungo termine di tecnologie come Amazon Silk, iCloud o Siri.
Cosa hanno in comune queste tre? Andiamo per ordine.
La prima, il primo per esattezza, è il browser che Amazon ha inserito nei suoi Fire (tablet che potremmo paragonare all’iPad). Ciò che caratterizza Silk è il fatto che le pagine che decidiamo di visitare non vengono processate direttamente sul nostro dispositivo, ma passano prima dai server di Amazon per essere pre-processate e rendere il caricamento più veloce (si stima non di molto).
iCloud è il servizio col quale Apple offrirà 5 GB di spazio gratuito a ogni possessore di dispositivi iOS.
5 GB di dati di per le Applicazioni, e altri GB (non contati nei 5) per foto, musica, backup e altro.
In poche parole parecchi GB di dati che ci riguardano sui server di Apple.
Siri, “l’umile assistente personale”, come egli stesso si definisce, è una nuova funzione introdotta da Apple in iOS 5 per tutti gli iPhone 4Se che, senza ombra di dubbio, verrà aggiunta a tutte le nuove versioni dei dispositivi Apple montanti iOS in uscita.È una funzione che ci permette di interagire col nostro dispositivo parlando, ma con la quale è anche tracciabile tutto quello che facciamo. Perché? Su dai indovinate!Perché il file sonoro che viene registrato a partire dal nostro comando vocale, dopo un’elaborazione locale viene mandato ai server di Apple che lo rielaborano e dicono all’umile assistente cosa rispondervi.
Avrete capito che quello che hanno in comune i tre servizi, le tre tecnologie, è che il loro utilizzo implica la creazione e la permanenza di informazioni che ci riguardano in server, computer, di cui non conoscete nemmeno l’ubicazione nel mondo.
La privacy, alla quale molti di voi staranno pensando, non è il problema principale in quanto le informazioni potenzialmente raccolte su di noi non sono direttamente collegate alla nostra persona. Noi siamo un numero, un ID di dispositivo; le implicazioni sono altre.
Milioni e milioni di persone sono un’ottima base per altri scopi, come la conoscenza sempre migliore dell’utente, requisito necessario per non procedere tentoni al buio o guidati dalla “visione” di visionari che ormai non ci sono più.
Chi si chiedeva lo scopo della gigantesca server farm di Apple in Nord Carolina ha finalmente trovato risposta.
Un immenso investimento di denaro, per un progetto a lungo termine.
Siri non sembrerebbe valere un tale investimento, molti ingenuamente la scambiano per la funzione X che motiverà all’acquisto l’utente Y.
Certo, è anche questo, ma principalmente è una mossa importante in un pattern, lanciato da Google, che stiamo vedendo essere seguito in tutte le aziende del settore che se lo possono permettere.
Siri (ma anche Silk) avrà come secondo fine (voluto o no, io opto per la prima) il raccogliere informazione sull’utente, il capire come e per cosa usiamo il nostro dispositivo, per conoscere le nostre abitudini e le situazioni in cui lo usiamo di più, per sapere quali siti visitiamo e conoscere cosa ci interessa per proporci offerte speciali sul sito di e-commerce più famoso del mondo.
Non sappiamo né quando né se queste informazioni verranno utilizzate, ma io punterei sul fatto che verranno raccolte. Solo degli stupidi si lascerebbero sfuggire informazioni del genere dopo investimenti da miliardi di dollari in infrastrutture (credete sia economica una server farm da diversi Kilometri quadrati con decide di computer al metro quadro?).
Queste informazioni servono ad ogni azienda a vendere meglio il proprio prodotto: nel caso di Apple dispositivi (la scoperta dell’utilizzo che ogni utente fa di un iPhone nei dettagli può effettivamente portare a una miglioria non indifferente del dispositivo stesso), nel caso di Amazon contenuti digitali (è questo che è il Kindle Fire, “un’economico pezzo di plastica sul quale acquistare e consumare i contenuti in vendita su Amazon”), nel caso di Google utenti.