Fine settembre, tempo di batate….che non sono le patate con il raffreddore, bensì il nome “ufficiale” delle patate dolci, conosciute per lo più come patate americane. Chi le ha già mangiate sa bene che con le patate hanno ben poco in comune: la batata è dolcissima, si cucina sempre e solo con la buccia e, nella nostra tradizione, viene usata principalmente come contorno, fine pasto o “companatico” di merende contadine a base di vino nuovo e castagne.
Ma gli chef amanti delle rivisitazioni e dei prodotti di stagione si stanno ben ingegnando nell’inserire la batata nei menù d’autunno: stupisce infatti il suo utilizzo come ingrediente di dolci al cucchiaio, nonché come base per gnocchi, tortini o altri primi piatti. La sua richiesta è in notevole aumento anche per il largo utilizzo che ne fa la comunità asiatica, che trova nella radice della patata americana gusti simili a tuberi introvabili alle nostre latitudini e longitudini.
Consigli per l’acquisto e il consumo
Quando acquistate le batate, scegliete quelle prive di macchie scure infossate o buccia grinzosa, meglio se di pezzatura non troppo grande: con l’eccessivo ingrossamento la parte centrale può risultare eccessivamente fibrosa. Una volta portate a casa, prima della lessatura, raschiatele con un coltello e con un panno umido, ma non sbucciatele: le batate vanno cucinate al vapore, meglio se in pentola a pressione, e con la scorza, che conserverà al meglio il sapore dolce, la consistenza tenera e carnosa e l’aroma tipico dovuto agli olii volatili che il tubero sviluppo dopo la cottura. Potete poi affettarle e conservarle a temperatura ambiente per un paio di giorni vicino al cesto della frutta di stagione, meglio se coperte da una tazza per evitare che si secchino: saranno un’ottima alternativa per merende e spuntini fuori pasto.
La batata che arreda
E se volete cimentarvi nel giardinaggio potete trasformare la batata in una … pianta da appartamento. Infatti basta una semplice radice di patata americana e un barattolo di vetro colmo d’acqua per ottenere in poco tempo una rigogliosa pianta rampicante, con foglie simili all’edera. Ecco come fare: immergete la batata a metà nell’acqua e mettetela in un ambiente luminoso, meglio se a pieno sole per almeno un’ora al giorno: in un paio di mesi avrete una splendida pianta ornamentale che durerà per tutto l’inverno.
Storia e gloria: da dove arriva e … dove va
Sorpresa delle sorprese, la patata americana arriva proprio … dall’America, come la patata vera e propria. In Italia giunse nel XVII secolo, ma la sua coltivazione in Veneto è iniziata solo verso la fine dell’Ottocento. Qui la batata entrò nel consumo popolare, grazie alla sua facilità colturale e alla completa utilizzabilità: le radici migliori – sazianti, dolci e polpose – venivano infatti consumate nei pasti frugali dei contadini, mentre gli scarti e la parte restante della pianta rappresentavano un’ottima alimentazione per il bestiame, maiali soprattutto. Nei territori di Zero Branco e nella zona di Anguillara e Stroppare, tra padovano e rodigino, sono state selezionate delle varietà che, grazie anche alla particolarità del terreno, risultano particolarmente pregiate: meno fibrose rispetto alle patate americane comuni, la batata di Zero Branco è di medio calibro e più allungata rispetto a quella padovana.
Patata o batata? Una confusione storica
La confusione tra patata e batata ha origine con il suo arrivo nel vecchio continente: si trova menzionata per la prima volta in documenti di bordo del 1514, che la descrivono come pianta spontanea dell’Honduras; in una lista merci datata 1634 di piante importate dall’America da John Tradescant compaiono una “papas americana flore albo” – probabilmente la patata – e una “papas americana flore purpureo”, identificata come batata. Linneo la classificò come Convolvulus Batatas, assegnandola appunto alla famiglia delle convulvacee, distinguendola quindi delle solanacee da cui deriva la patata. L’ultimo atto della sua classificazione al genere Ipomoea fu ad opera del botanico Poiret, a inizio 800. Anche se a noi semplici consumatori basta un semplice assaggio per capire la differenza tra il tubero di patata e la dolcissima radice di batata.